Le interviste di Etico - CHAPTER 1

Special Guest: PAP Ceramic Design

Etico shop
5 min readApr 6, 2020

Conoscete già quanto siano speciali le sue creazioni, forse però non sapete quanto lo sia anche l’artigiana che dà vita a queste piccole opere d’arte…
Iniziamo così, con Valentina, la nostra rubrica dedicata a conoscere meglio le storie dietro i progetti che fanno parte (o che faranno presto parte) della grande famiglia di Etico!

Ciao Valentina, partiamo dall’inizio. Di dove sei/dove sei cresciuta? Dove vivi?

Sono originaria di un paesino della riviera vicino a Cervia, ma da quasi 18 anni vivo a Bologna, dove mi sono trasferita nel 2002 per frequentare l’Accademia di Belle Arti.

Di cosa ti occupi attualmente? Quando è nato e in cosa consiste il tuo progetto?

Pap è un progetto di design ceramico, nello specifico porcellana, interamente autoprodotto, dall’ideazione degli optional, come li chiamo io, alla produzione.

Assorbe la maggioranza del mio tempo, nonostante ogni tanto mi capiti ancora di lavorare come decoratrice di interni, occupazione che mi ha coinvolta per tre anni prima di decidere di aprire Pap, all’inizio del 2017.

C’è stato un evento, una motivazione particolare che ti abbia ispirato a farlo partire?

Mi mancava la porcellana. Poco dopo la laurea in Pittura all’Accademia, nel 2008, ho cominciato a collaborare con uno studio di design ceramico di Bologna, in cui ho lavorato per cinque anni e dove mi sono state insegnate le basi della ceramica, soprattutto le terre ad alta temperatura come il gres e la porcellana. Per motivi non legati alla mia volontà, la collaborazione si è interrotta e per molto tempo ho lasciato macerare l’idea di aprire un laboratorio mio. Nell’autunno del 2016 alcune amiche mi hanno coinvolta nel progetto di Elastico fa /Art, associazione culturale e co-working artistico. Era l’occasione giusta per rispolverare l’idea di mettermi in proprio.

Da dove nasce l’idea del nome del tuo progetto?

PAP è un acronimo, sta per Produzione Artigianale Propria, e ho rubato l’idea alle gelaterie anni ‘80! Sono un po’ annoiata dal linguaggio artigianale 2.0 fatto di inglesismi e definizioni prezzemoline.

Com’è la tua giornata lavorativa? Hai degli orari precisi o ti metti all’opera quando ti senti ispirata? Collabori con qualcuno?

Cerco di avere il più possibile una routine, ma è dura perché non sono molto disciplinata… Di solito la mattina, a meno di urgenze da evadere, la dedico ai social e allo shop online a seconda delle incombenze, mentre il pomeriggio lavoro sulla produzione. L’ispirazione, ad aspettarla, non arriva mai, le idee di solito vengono lavorando. Lavoro da sola, a volte mi manca lo scambio con qualcun altro, ma per fortuna avere il laboratorio da Elastico mi permette di avere un dialogo con le persone con cui divido lo spazio comune e che stimo molto.

Entriamo nel merito delle tue creazioni… che tecniche prediligi? Quali materiali?

Per ora, uso esclusivamente porcellana di Limoges, sia a colaggio sia in pani di argilla. Produco gli stampi in gesso dai modelli delle forme che lavoro a mano con l’argilla rossa e poi li uso, appunto, sia per il colaggio, sia per lo stampaggio a mano. Dipingo i pezzi con coloranti per alte temperature, il nero è quello più usato ma sto lavorando anche su altre tinte, e mi piace molto colorare la porcellana liquida con gli stessi coloranti: invento combinazioni tra loro in percentuali precise, li uso puri, sperimento.

Qual è la tua filosofia? Cosa pensi contraddistingua il tuo modo di lavorare?

Gli optional di Pap sono pop, intendo dire che sono per tutte le persone: non è necessario disporre di un budget molto alto per permetterseli (la porcellana artigianale spesso raggiunge costi proibitivi perché è molto dispendioso produrla, soprattutto aumentando le dimensioni), né essere appassionati conoscitori del materiale. Con le mie porcellane cerco di parlare di quello che mi interessa, di quello che è importante per me, ad esempio per gli optional della linea Belle Parole, ma anche di lavorare sull’armonia della forma e della decorazione fine a se stessa, come nella linea Deco.Colore, ironia, poesia, femminismo: credo si debba lavorare con ciò che si conosce.

Descriviti con un aggettivo

Versatile.

Come vedi il futuro di Valentina? E quello di Pap?

In movimento, per tutte e due.

Mentre rispondo a queste domande sono chiusa in casa, in quarantena come tutta Italia: ho deciso di sospendere la vendita finché la situazione non sarà migliorata anche per rispetto di chi avrebbe consegnato i miei optional. Questo stop mi fa riflettere molto sulle dinamiche lavorative contemporanee e credo ne usciremo tutte e tutti cambiati, almeno questo è ciò che mi auguro. Pap è un progetto a tutto tondo e voglio scoprire nuovi modi per lavorare, commercializzare, promuovere quello che faccio. Nel disagio, questo è un buon momento, anche per mettere in cantiere nuove idee.

Consigliaci un libro/film/poesia/canzone che ha a che fare con te, con la tua storia

Due consigli di lettura. Letture diversissime tra loro ma ugualmente amate e da cui ho attinto a piene mani per le mie citazioni: Raymond Carver e Audre Lorde.

Il primo è un grande narratore e poeta, conosciuto e apprezzato più per i racconti che per le poesie, e io consiglio in particolar modo quelle; la seconda è una femminista e poeta nera americana che dovremmo conoscere di più, perché ha anticipato temi con cui ora abbiamo a che fare ogni giorno, ma che negli anni ’70 erano avanguardia, e il merito è soprattutto suo.

Per concludere… lasciaci una frase che senti tua e che possa essere d’ispirazione per chi vorrebbe far partire un progetto proprio!

«Provare no! Fare o non fare! Non c’è provare.»

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